Il 2018 ha salutato i ciclisti con una brutta notizia: la FCI (Federazione Ciclistica Italiana) ha deciso di introdurre un pagamento annuale di 25 euro per ogni ciclista non iscritto a FCI, ACSI o UISP. La “tassa sul sudore” – così è stata ribattezzata la nuova imposta – dovrà essere versata da tutti gli appassionati che vorranno partecipare a competizioni indette da uno dei tre enti sopraelencati. La polemica non si è fatta attendere.
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Una Bike Card annuale da 25 euro
Tutti gli appassionati di ciclismo che non risultano iscritti a nessuno dei tre enti, sarà chiamato ad acquistare una Bike Card valida fino alla fine dell’anno, versando una quota di 25 euro. La Bike Card non garantisce alcuna copertura assicurativa e vale esclusivamente come ‘lasciapassare’ per partecipare agli eventi agonistici su due ruote. Nei prossimi anni, la Bike Card dovrebbe essere in grado anche di offrire dei servizi al possessore, ma, ad oggi, nessun’altra informazione è stata fornita dalla Federciclismo: Renato Di Cocco, presidente dell’associazione, si è limitato ad un laconico “ci penseremo”.
Perché la tassa sul sudore
Ufficialmente, la FCI mira a “creare un database unico dei tesserati” allo scopo di “uniformare gli Organi di Giustizia e le relative sanzioni”; un intento sensato ma che, probabilmente, sarebbe potuto essere perseguito attraverso strumenti e soluzioni differenti e meno disincentivanti all’utilizzo agonistico della bicicletta.
Il reale obiettivo della Federazione sembrerebbe quello di riprendersi il ruolo di guida del comparto bici, per gestire in maniera diretta tutte le iniziative e le manifestazioni ciclistiche del Paese. Allo stesso tempo, però, è inevitabile ricordare che la FCi ha chiuso l’ultimo bilancio con un passivo di circa 2 milioni di euro, sebbene l’apporto al risanamento fornito dalla Bike Card sarà piuttosto basso.
“I soldi serviranno a gestire servizi comuni come la giustizia sportiva. – Ha dichiarato Di Cocco. – Non raccoglieremo più di 70-80 mila euro. Chi non vuole acquistare la Bike Card abbandoni gli enti e si tesseri direttamente con noi: siamo i più seri. La Bike Card offrirà comunque anche dei servizi. Quali? Ci penseremo. L’ha fatto l’atletica, possiamo farlo anche noi”.
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Si tratta di un cambiamento sostanziale rispetto alle modalità di partecipazione agli eventi in vigore fino al 2017, quando era sufficiente essere iscritto a una delle 19 associazioni sportive italiane per prendere parte alle competizione organizzate dalle altre. I prossimi mese serviranno a comprendere anche che tipo di impatto possa avere la tassa sul sudore sui ciclisti amatoriali e in che modo questi ultimi decideranno di accogliere la nuova imposta.

