Ad oggi sono molti i cittadini in tutto il mondo che decidono di acquistare ed utilizzare i monopattini elettrici. Le motivazioni possono essere molteplici. C’è chi è guidato da ragioni relative alla salvaguardia dell’ambiente e quindi alla riduzione delle emissioni di CO2, e chi invece ragiona in termini di pura praticità. In entrambi i casi, negli ultimi anni, questo fenomeno si è tradotto in un aumento drastico delle vendite di monopattini elettrici. Di conseguenza, il governo ha dovuto sviluppare delle linee guida volte a regolamentare l’utilizzo di questo nuovo mezzo di trasporto.

In particolare, lo scorso 18 Agosto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Dirigenziale relativo ai monopattini a propulsione elettrica. Questo, stabilisce le caratteristiche tecniche del veicolo e, in particolare, dei dispositivi di cui devono essere dotati per poter circolare liberamente.

Quando entrano in atto le nuove regole 

Per cui, a partire dal 1° Ottobre 2022 i monopattini elettrici nuovi commercializzati in Italia, dovranno soddisfare le regole imposte dal Decreto introdotto del Ministro delle Infrastrutture. Per quanto riguarda invece i monopattini elettrici già in circolazione, questi dovranno essere adattati alle nuove regole entro il 1° Gennaio 2023. In caso contrario, i trasgressori saranno soggetti al pagamento di una somma di denaro che va dai 40 a 160 euro. Le novità introdotte riguardano 3 macro aree:

  1. Caratteristiche tecniche generali
  2. Impianto frenante
  3. Luci, catadiottri e segnalatore acustico

Caratteristiche tecniche generali 

Per iniziare, vengono elencate le dimensioni minime dei pneumatici (min. 203,2 mm) e quelle massime del veicolo. Queste non devono eccedere i 2 metri di lunghezza, il metro e mezzo in altezza e, compreso il manubrio, la larghezza non può eccedere i 75 cm.

Inoltre, la potenza nominale massima del motore elettrico non deve eccedere i 0,5 kW. Inoltre, per salvaguardare la sicurezza dei pedoni, il veicolo deve essere dotato di un regolatore di velocità, che dovrà essere configurato in base al limite di velocità attualmente stabilito. In merito a  questo Decreto, sono parecchie le lamentele relative ai limiti di velocità imposti. Infatti i conducenti dei monopattini elettrici non possono superare i 6 km/h nelle aree pedonali e i 20 km/h negli altri casi.

Impianto frenante

In aggiunta, i monopattini elettrici devono possedere il freno su entrambe le ruote. Per cui l’impianto frenante deve essere indipendente per ciascun asse e dunque poter agire sia sulla ruota anteriore che posteriore, garantendo una maggiore sicurezza a chi conduce il veicolo.

Luci, catadiottri e segnalatore acustico 

Per ultimo, i monopattini devono essere dotati di:

  • Segnalatore acustico,

  • Frecce di svolta (indicatori luminosi di svolta)

  • Una luce bianca o gialla fissa anteriormente e una rossa fissa posteriormente

  • Catadiottri rossi posteriormente e gialli sui lati del veicolo.

In particolare, il suono acustico deve poter essere percepito fino a 30 metri di distanza e le frecce devono essere di colore giallo ambra e lampeggiare con una frequenza compresa tra 1 e 2 Herz. Queste devono essere applicate sia sul fronte anteriore che posteriore ad un’altezza compresa tra i 150 mm e i 1400 mm, così come la luce rossa di arresto.

Per quanto la domanda di questi veicoli sia aumentata drasticamente, occorre considerare le conseguenze che la crisi del mercato energetico ha sulle performance e sul futuro andamento dei monopattini elettrici. Questo è a rischio, infatti molti cittadini per cercare di risparmiare sono disposti a cambiare fornitore di energia e a rinunciare a comodità che non sono essenziali al momento. Per cui, se le regole da rispettare continueranno a cambiare e a diventare sempre più restrittive, è possibile che coloro i quali ad oggi sono disposti ad utilizzare un mezzo di trasporto come il monopattino elettrico, scelgano alternative diverse.

Fonte: https://energia-luce.it/news/nuove-regole-monopattini-elettrici/

Negli scorsi mesi abbiamo visto tutti i principali produttori di biciclette aumentare i prezzi dei listini 2022 dando la colpa prima all’aumento dei prezzi delle materie prime, poi alla logistica sempre più complessa dopo la Pandemia e infine alla richiesta sempre maggiore di mezzi a due ruote. Andiamo ad analizzare l’effettivo stato del mercato della bicicletta e la possibile evoluzione post Covid.

Perché aumentano le materie prime?

La Pandemia sta lasciando tutta una serie di complicazioni e rimodellazioni degli equilibri globali di cui andranno studiati gli effetti nel lungo periodo. Primo tra tutti, dopo anni di inflazione inesistente, si torna a parlare di aumenti dei prezzi capeggiati dall’aumento delle materie prime che stanno colpendo tutti i settori industriali.

Quali materie prime sono aumentate?

Sono disparate le cause dell’aumento dei beni per la produzione e sempre più spesso si parla di “Tempesta Perfetta” abbattutasi sul mercato industriale. Al primo posto ci sono i beni energetici che sono aumentati di oltre il 105% in un solo anno facendo schizzare verso l’alto i costi di produzione in diversi settori. Al secondo posto troviamo i beni ferrosi che tra ottobre 2020 e ottobre 2021 hanno visto un aumento di quasi il 75%. Questi sono beni molto utilizzati nell’automotive e nel settore delle due ruote. Sul terzo gradino del podio troviamo invece i beni chimici organici che hanno registrato un incremento superiore al 50%.

Nella tabella qui sotto è possibile vedere le materie prime che più sono aumentate tra 2020 e 2021.

Materia Prima Percentuale di Aumento
Energetici +105,16%
Ferrosi +73,09%
Chimici Organici +54,78%
Legno e Carta +44,66%
Non Ferrosi +38,76%
Fibre Tessili +31,09%
Plastiche +28,81%
Chimica per l’Industria +24,70%
Alimentari +22,05%
Chimici Inorganici +21,87%

Con l’inizio del nuovo anno gli aumenti non sembrano arrestarsi ma si sta assistendo ad ulteriori incrementi, con i prezzi dell’energia che segnano un +55% per l’elettricità e +41,8% per il prezzo del gas naturale, già nei primi giorni del 2022.

Quali le ripercussioni sul mercato della bicicletta?

 

Come abbiamo visto ad influenzare i prezzi delle due ruote sono state le materie prime. Infatti, beni energetici, ferrosi e plastici, sono tutti utilizzati nella produzione delle biciclette. Per esempio il fornitore Trek ha dichiarato un aumento del 27% per l’approvvigionamento dell’alluminio mentre Elite, leader nella produzione di componentistica, lamenta un incremento dei costi di metalli e materie plastiche tra il 40% e il 60%.

Il costo della materia prima per la produzione di un telaio può ad oggi superare i 500 euro senza considerare la manodopera, il prezzo dell’energia utilizzata e l’ammortamento dei macchinari.

L’aumento dei prezzi non è però governato solo dall’incremento del costo delle materie prime. A questo infatti si aggiungono i costi di trasporto. La maggior parte dei produttori si trova a Taiwan e viaggia con tempi di consegna compresi tra i 6 e i 9 mesi, che continuano ad allargarsi o restringersi in base all’andamento delle restrizioni impartite dal governo locale.

Le nuove normative per il trasporto durante la Pandemia e i ritardi nelle forniture dovute alle restrizioni, hanno quindi fatto aumentare i costi di spedizione e approvvigionamento per tutti i produttori.

Così diversi fornitori sono tornati ad investire in Patria con Vittoria, produttrice di pneumatici, e Bianchi che hanno avviato la produzione in impianti sul territorio italiano a discapito delle fabbriche orientali.

A complicare ancora di più la situazione nel mercato italiano, c’è stato il Bonus Bici che ha comportato un’esplosione della domanda delle biciclette (+17% Bici muscolari +44% bici elettriche nel 2020) che ha completamente svuotato i magazzini dei produttori.

Infine troviamo un altro problema legato ai mercati finanziari. Infatti, il Dollaro Taiwanese ha visto un forte apprezzamento negli ultimi due anni nei confronti delle valute occidentali comportando un ulteriore aumento indiretto dei costi di produzione.

Riuscirà il mercato delle bici a soddisfare la domanda nel 2022?

Diversi fornitori, per riuscire a far ripartire quei meccanismi oliati che erano riusciti a far funzionare il mercato della bicicletta fino al 2019, vedono la soluzione nella rilocalizzazione della produzione.

Come abbiamo visto uno di questi è Bianchi che sta investendo quasi 40 milioni di euro per il nuovo impianto nella provincia di Bergamo. Questa ovviamente sembra essere un’ottima notizia per il Made in Italy delle due ruote, ma lo sarà anche per i consumatori?

I produttori infatti chiedono un sostegno sussidiario da parte del Governo, che intervenga sull’eccessivo costo del lavoro e che supporti gli investimenti fatti nel Paese per creare occupazione e valore aggiunto. Infatti i costi del “Sistema Italia” rischiano di portare verso l’alto il costo di produzione delle bici che verrebbe traslato ancora una volta sul consumatore finale.

Un intervento statale permetterebbe, oltre a Bianchi, di far tornare in patria tante eccellenze Made in Italy, che beneficerebbero di un ricollocamento della filiera produttiva nel Belpaese, riportando in Italia il grosso di un settore che fino a trent’anni fa era interamente localizzato.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/aumento-prezzo-bici/

andare a lavoro in bici

A partire dal 2020 il Governo italiano ha messo a disposizione dei cittadini il bonus mobilità, 500 euro, portati a 750 con l’ultimo decreto, per acquistare un mezzo muscolare o elettrico. Il Bonus è stato da subito un successo e, nel 2020, durante il primo giorno di validità tutti i 120 milioni messi a disposizione terminarono in poche ore.

Oltre alle richieste furono numerose anche le polemiche a seguito del malfunzionamento del sito del ministero. Si stima che solo nel 2020 grazie al bonus Bici siano stati più di 350.000 i veicoli a 2 ruote acquistati. Ma a distanza di due anni vediamo quali sono stati gli effetti delle manovre del governo sulla mobilità sostenibile e sulle abitudini degli italiani.

Come sta andando il mercato delle bici in Italia?

Secondo lo studio di Banca IFIS “Ecosistema della Bicicletta” sono state 2.010.000 le bici vendute nel 2020 facendo registrare un +17% rispetto al 2019. L’incremento maggiore è stato nel comparto delle eBike che registrano un +44% rispetto al 2019 con un totale di vendite di 280.000 unità. Sono invece 1.730.000 le biciclette tradizionali vendute nel 2020 con un +14% sul 2019.

Il Governo continua a spingere verso la transizione ecologica con altri 600 mln € in programma nei prossimi anni per la “mobilità dolce” grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Questi verranno utilizzati per la realizzazione di circa 1.800 km di ciclabile suddivisi tra ciclabili urbane (circa 200 milioni di euro) e ciclovie turistiche per altri 400 milioni di fondi.

Le abitudini iniziano a cambiare

Per quanto riguarda la situazione nelle città italiane è da constatare come ancora quasi il 40% degli spostamenti con veicoli a motore termico di proprietà, una percentuale che sfiora quasi il 50% nelle città del sud italia. A seguire troviamo i mezzi pubblici che vengono utilizzati nella quotidianità da circa il 23% degli abitanti delle maggiori città italiane.  La prima in classifica per il trasporto pubblico è Milano che arriva ad un totale del 29% dei cittadini che si spostano con tram, metro ed autobus. Aumenta anche il numero di autobus elettrici che circolano sulle nostre strade nonostante l’aumento dei prezzi dell’elettricità che rende meno conveniente il loro utilizzo.

Dal 2019 la percentuale di cittadini che si sposta in bicicletta è salita al 18% con un incremento di circa il 50%. L’indagine di banca Ifis riporta come l’incremento maggiore nell’utilizzo della bici si ha avuto tra coloro che utilizzano le due ruote per fare attività fisica (diventati circa il 37% degli utilizzatori), ma c’è anche chi ha scelto di utilizzare la bici per ragioni di distanziamento sociale, circa il 27%. Il 91% dei nuovi utilizzatori ha ridotto l’utilizzo di altri mezzi di trasporto. Di questi ben il 54% ha diminuito l’utilizzo dell’automobile.

La situazione della mobilità sostenibile sta crescendo anno dopo anno di pari passo con il cambiamento nei confronti della sostenibilità e del green. Chi avrebbe mai detto che un mezzo inventato quasi 200 anni fa potesse essere il mezzo del futuro.

 

Fonte: Prontobolletta

Domenica è stata l’ultima gara del “Dottore” ma la scia italiana nel mondo del motociclismo sembra essere in forte crescita e orientata al green. Non solo per i diversi giovani talenti che si stanno affacciando sulla scena internazionale ma anche per le nuove tecnologie che dalla penisola stanno rivoluzionando in maniera più sostenibile il mondo delle due ruote.

MotoE: L’italia nel campionato a due ruote 100% Elettrico

Per parlare della “nuova Italia” delle due ruote, partiamo dal campionato della MotoE, dove bolidi 100% elettrici si sfidano sui maggiori circuiti del mondo. Ad oggi, l’Italia è leader con Energica, fornitore unico dei veicoli della categoria. Energica, è una realtà stanziata a Modena, che con lo sviluppo del modello “Energica Ego Corsa” ha rivoluzionato l’immagine delle moto plug-in. Grazie al brand italiano, i veicoli elettrici sono passati da lenti e sibilanti, a bolidi capaci di sfrecciare a più di 250 km/h sulle piste di tutto il pianeta. Ovviamente il comparto racing è solamente l’inizio della rivoluzione ed il gruppo offre anche diversi veicoli a 2 ruote 100% elettrici utilizzabili tutti i giorni.

Dal 2023 invece i veicoli della categoria cambieranno fornitore ma probabilmente faranno la stessa strada per arrivare in giro per il mondo. Infatti la produzione si sposterà di circa 30 Km a Borgo Panigale, headquarter di Ducati. Questa sarà una vera e propria rivoluzione in quanto il gruppo italo-tedesco avrà, da un lato una possibilità maggiore di investire sull’elettrico e, dall’altro, ha già affermato che svilupperà nel campionato MotoE le tecnologie che tra qualche anno vedremo sulle nostre strade. L’elettrico inizia quindi ad essere sempre più attraente per i grandi gruppi internazionali che iniziano ad investire massivamente su tecnologie e talenti per lo sviluppo di nuovi mezzi sostenibili.

I talenti italiani e l’Università come incubatore di tecnologie

Proprio ai talenti è dovuto il grande successo italiano nelle due. Le aziende dei motori si sono sempre fondate su grandi personalità di spicco. Da Enzo Ferrari a Marchionne, che tutti conosciamo per le loro grandi doti manageriali, passando per gli ingegneri Davide Brivio, campione del mondo nel 2020 con la Suzuki, e Claudio Domenicali, AD di Ducati che pilota la Rossa dal 2013. Forse è per questo che l’Italia dei motori sta continuando a puntare su talenti sempre più giovani.

Le università italiane, specialmente quelle situate nella Motor Valley, stanno attirando menti da tutt’Italia e dall’estero grazie alla forte attrattiva dei gruppi stanziati nella regione. Ducati, Ferrari e Lamborghini sono i primi nomi che ci vengono in mente ma ci sono tante altre realtà che continuano ad essere leader di settore nel mondo delle due e quattro ruote. Aziende come la Bimota di Rimini, la Dallara in provincia di Parma e l’AlphaTautri di Faenza riescono ogni anno ad alzare l’asticella tecnologica e le loro competenze sono riconosciute e richieste sempre più a livello internazionale.

Le stesse università organizzano competizioni per mettere i propri studenti alla prova e permettergli di lavorare e sviluppare tecnologie all’avanguardia, raggiungendo spesso ottime posizioni nei ranking europei ed internazionali. È proprio dai giovani che si deve partire per un futuro più sostenibile.

Potranno le due ruote essere 100% sostenibili?

Al contrario dello sviluppo delle auto elettriche che già hanno iniziato a prendere piede sulle strade, grazie anche ai forti investimenti di gruppi come Tesla, General Motors e Volkswagen, le moto elettriche arrancano ad uscire allo scoperto. La situazione sicuramente cambierà nei prossimi 5/10 anni grazie alla sempre maggiore attenzione all’ambiente di governi ed imprese che continuano ad investire nel Green.

A livello di numeri, nel 2019 ci sono state circa 35.000 immatricolazioni di veicoli elettrici in Europa contro le 564.225 auto elettriche immatricolate nello stesso anno. Questi dati mostrano una situazione ancora embrionale del mercato delle 2 ruote elettriche ma la situazione sembra evolversi molto velocemente.

Nei primi 8 mesi del 2021, in Italia, c’è stata una crescita del comparto a due ruote elettriche del 135,2% rispetto al 2019, confermando il trend esponenziale del comparto. L’aumento dei prezzi dell’energia degli ultimi mesi sicuramente non aiuterà nella crescita ma, la già citata entrata di Ducati nel settore, non potrà che essere una forte spinta verso i veicoli plug-in.

Il rombo dei motori tra qualche anno sarà solo un ricordo ma, se per salvare il nostro pianeta non dovremo sacrificare anche la velocità, questo sarà grazie ai nostri giovani talenti.

La batteria presente nelle bici elettriche è il cuore pulsante che permette alla persona di essere supportato nella pedalata durante lunghe distanze o in salite faticose. Sapere come ricaricarla nel modo giusto è importante perché ne preserva la durata e aiuta anche ad avere delle performances migliori. Incrementare il ciclo di vita delle bicicletta elettrica e della sua batteria consentirà di poterne usufruire per più anni senza doverla sostituire.

Le caratteristiche della batteria di una bicicletta elettrica

Come accade anche con le auto o con qualsiasi altro apparecchio che possegga una batteria, le caratteristiche variano in base al modello che si sceglie.

La batteria più diffusa sulle bici elettriche è quella a litio perché offre prestazioni maggiori e ed tra i modelli che possono essere ricaricati maggiormente.

La capacità d questa batteria può variare dai 250 ai 500 wattora ed è garantita per mille cicli di ricarica prima di doverla sostituire.

Alcuni modelli hanno una batteria a nichel, meno usata perché non solo ha prestazioni minori ma anche i cicli di ricarica sono meno, sui cinquecento. Lo svantaggio maggiore della batteria a nichel è l’effetto memoria, in pratica in caso di carica parziale conta una ricarica intera facendone calare le capacità più in fretta.

La durata della batteria

Una batteria di ottima qualità, quindi un modello a litio o simile, ha una garanzia di durata sia di carica che di ciclo di vita davvero apprezzabili.

Questo tipo di batteria ha un autonomia su strada che varia dagli ottanta fino ai centoventi chilometri, il tutto con una sola carica.

Per capire quanto è il ciclo di vita totale della batteria della bici elettrica basta moltiplicare i km per i mille cicli di ricarica. A quel punto si saprà che dal momento del raggiungimento della soglia massima sarà necessaria una sostituzione o che comunque ci sarà un notevole calo nelle prestazioni.

Come caricare correttamente la batteria

Le operazioni di ricarica della batteria devono essere effettuate sempre nel modo corretto e con le giuste modalità al fine di preservare il benessere della batteria.

Il consiglio è di caricare spesso l’alimentatore ma senza tenerlo per troppe ore attaccato alla colonnina o alla presa della corrente.

Anche se la bici viene utilizzata in modo sporadico o se dovesse esserci un periodo di inutilizzo nel mezzo, è opportuno caricare in modo completo la batteria almeno una volta al mese per mantenerla in attività.

Quando l’indicatore della batteria indica che la carica completa è raggiunta, è consigliabile lasciare per altri dieci, quindici minuti la bici in presa perché non sempre la carica è arrivata davvero al suo massimo.

Le batterie delle bici elettriche sono coperte da garanzia che può durare due anni o per i mille cicli di ricarica, comunque, per essere certi che la batteria si preservi al massimo bisogna essere certi di effettuare le ricariche con alimentatori ufficiali e omologati; in caso contrario la garanzia sull’oggetto potrebbe non essere più valida. Dunque è bene farsi aiutare da chi è esperto in materia per utilizzare apparecchiature idonee e, se possibile collgarle all’impianto elettrico della tua casa. Per fare questo è necessario l’ok di un buon elettricista (puoi consultare un esperto su questo sito web).

Preservare la batteria

Avere degli ottimi alimentatori è il primo passo per garantire una vita lunga alla batteria della bici. In commercio sono presenti alimentatori chiamati smart charger che sono in grado di spegnersi automaticamente una volta che la batteria sarà completamente carica, senza dare un apporto eccessivo di energia.

Avere la bici e la batteria in un luogo protetto e al riparo, evitando quindi l’esposizione al sole e al freddo, preserverà maggiormente le componenti.

Se la bici elettrica dovesse sostate per lunghi periodi in garage, assicurarsi che la batteria non sia completamente carica o completamente scarica, ma che abbia una percentuale compresa tra il 50% e il 40%.

Bonus bici e auto 2021. Ecco come funziona e quali sono i requisiti per accedere al nuovo bonus mobilità previsto dalla legge di bilancio 2021.

È stato prorogato il bonus auto e bici 2021 come previsto dalla nuova legge di Bilancio, con l’obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile. In particolare i rimborsi riguardano l’acquisto di nuove auto elettriche, la rottamazione auto e il nuovo bonus cargo dedicato all’acquisto di cargo bike. Ecco tutti i dettagli di come funziona il nuovo bonus mobilità, come richiederlo e tutti i requisiti per usufruire del bonus auto e bici 2021.

Bonus auto e bici 2021, come funziona il nuovo bonus mobilità

Il bonus mobilità è un contributo economico che prevede un rimborso fino a 500 euro per coprire la spesa sostenuta dai cittadini per l’acquisto di un mezzo di mobilità sostenibile fino al 60 %. I mezzi inclusi nel decreto a cui è possibile applicare il bonus mobilità comprendono  biciclette, bici a pedalata assistita (e-bike), monopattini elettrici (segway) e per usufruire dei servizi di mobilità condivisa. Possono fare richiesta del bonus mobilità tutti i cittadini maggiorenni residenti in comuni dove la popolazione è superiore a 50mila abitanti, ma anche i cittadini residenti nei capoluoghi di regione, le città metropolitane e i capoluoghi di provincia.

Il bonus mobilità si inserisce tra i molti finanziamenti green previsti dal governo grazie all’Ecobonus, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di C02, favorire la mobilità sostenibile e la riqualificazione energetica domestica. Grazie all’Ecobonus, ad esempio, è possibile ottenere una detrazione fino al 110% per lavori dedicati all’efficientamento energetico, così da ottimizzare i consumi domestici, evitare gli sprechi di energia e ridurre la bolletta di luce e gas attivando l’offerta luce  proposta dai migliori fornitori. Il Governo ha introdotto, anche una serie di misure a favore delle famiglie italiane: interventi a sostegno dei genitori lavoratori, tutele sociali e la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi, bonus per acquisto pc o mobili, bonus ristrutturazione casa che è risultato utile per subentri, allacci e volture . Molto richiesto è stato invece il bonus mobilità.

Il bonus bici ha ricevuto una grande adesione da parte dei cittadini italiani che hanno potuto anche beneficiare del bonus pc e internet 2021 che prevedeva un contributo legato alla connessione delle migliori offerte internet, e per l’acquisto di dispositivi tecnologici e strumenti dedicati alla navigazione.

Dato il grande successo di adesione, il bonus mobilità è stato prorogato anche per il 2021 come previsto dalla nuova legge di bilancio varata dal Governo, ma con delle differenze. Di seguito i dettagli su come funziona il bonus mobilità 2021 e tutti i requisiti per accedere al bonus auto e bici 2021, secondo quanto previsto dalla manovra finanziaria.

Il Bonus auto e bici 2021 presente all’interno del bonus Mobilità, riguarda un incentivo che viene corrisposto al cittadino per l’acquisto di biciclette, monopattini, cargo bike e veicoli elettrici, secondo quanto previsto dalla Legge di Bilancio.

Bonus bici 2021: tutti i requisiti 

Il bonus bici 2020 ha ottenuto  grande successo di adesione, permettendo l’acquisto di più di  600.000 biciclette e monopattini; per questo il Governo nella nuova legge Bilancio ha confermato nuovi fondi per il bonus mobilità 2021.

In questo caso, non si tratta di un nuovo bonus, ma di un vero e proprio fondo stanziato, con una cifra pari a 100 milioni di euro, che permette di ottenere un rimborso sugli acquisti di bici e monopattini effettuati tra il 4 maggio 2020 e il 2 novembre 2020.

Nello specifico, dalle ore 9:00 del 14 gennaio 2021 fino al 15 febbraio 2021 sarà possibile richiedere il rimborso per l’acquisto di bici o monopattini, effettuati tra il 4 maggio e il 2 novembre 2020, quindi previsti dal Programma sperimentale Buono mobilità 2020.

Potranno quindi fare domanda per usufruire del bonus bici 2021:

  •  chi non ha ancora usufruito del beneficio.
  • chi ha effettuato acquisti di beni e servizi incentivati dal Programma Sperimentale Buono mobilità tra il 4 maggio 2020 e il 2 novembre 2020;
  •  chi è in possesso di fattura o scontrino attestante la tipologia di bene o servizio acquistato;

 

Per  fare richiesta per il bonus bici 2021 è necessario presentare la documentazione sul sito www.buonomobilita.it, effettuando la registrazione e accedendo in seguito alla propria area personale, tramite l’identità digitale SPID. Il rimborso verrà erogato e accreditato sullo strumento di pagamento indicato dal cittadino al momento della registrazione.

Bonus cargo bike 2021

La nuova manovra finanziaria prevede anche nuovi incentivi legati all’acquisto di biciclette cargo, sempre con l’obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile.

In particolare il bonus cargo bike 2021 prevede l’erogazione di un rimborso del 30% per le spese sostenute per l’acquisti di cargo bike (biciclette a due o tre ruote provviste di rimorchio) fino a un massimo di 2.000 euro. Il bonus è previsto sia per l’acquisto di cargo bike tradizionali che per i modelli elettrici o a pedalata assistita

In questo caso, il bonus non verrà erogato sotto forma di sconto sull’acquisto ma come credito da scontare sulla dichiarazione dei redditi.

Incentivi rottamazione auto 2021

Grazie agli incentivi rottamazione auto 2021 è possibile ottenere uno sconto rottamazione su tutte le nuove vetture acquistate fino al 31 dicembre 2021 purché con emissioni di anidride carbonica fino a 135g/km e con un costo massimo di 61.000 euro, IVA esclusa. L’incentivo messo a disposizione per la rottamazione auto è pari a :

  • 10.000 € per un’auto con emissioni fino a 20 g/km
  • 6.500 € per un’auto con emissioni fino a 60 g/km
  • 3.500 € per un’auto con emissioni fino a 135 g/km

Incentivi auto elettriche 2021

Ai bonus precedentemente elencati si aggiunge l’incentivo auto elettriche 2021, un’agevolazione economica che permette di ottenere un rimborso pari al 40% del prezzo sborsato per l’acquisto di vetture elettriche, ovvero a zero emissioni di C02.

Il bonus auto elettriche 2021 può essere richiesto dai cittadini con ISEE inferiore a 30.000 euro, per l’acquisto di una nuova vettura green con prezzo massimo di listino di 30.000 euro, IVA esclusa. La scadenza del bonus è prevista per il 31 dicembre 2021.

Bonus auto 2021 tutti i requisiti

Forte del successo ottenuto con gli incentivi auto 2020, il Governo ha confermato gli ecoincentivi nel 2021 per l’acquisto di nuove auto, con l’obiettivo dichiarato di svecchiare il parco auto circolante in Italia, ridurre l’inquinamento urbano e incentivare l’acquisto di veicoli green. Il bonus auto 2021 prevede una serie di agevolazioni, per un totale di circa 420 milioni, suddivisi in  tre fasce in base alle emissioni di anidride carbonica:

  • Da 0 a 20 g/km di CO2 il bonus oscillerà tra € 10.000 e € 6.000, a seconda che l’acquisto avvenga con o senza rottamazione.
  • Da 21 a 60 g/km di CO2 l’Ecobonus sarà compreso tra i € 6.500 in caso di rottamazione, e i € 3.500 senza rottamazione.
  • Da 61 a 135 g/km di CO2 l’incentivo è pari a 3.500 euro ma solo a patto che si abbia un’auto da rottamare

 

Il bonus auto 2021 ha preso l’avvio il 1 gennaio 2021 e avrà valore fino ad esaurimento fondi, ma in generale terminerà il 30 giugno 2021, in merito alle auto presenti nella fascia di emissioni 61-135 g/km, mentre terminerà il 31 dicembre 2021 per le vetture con emissioni comprese nella fascia 0-60 g/km.

É importante segnalare che il valore massimo della vettura acquistata non deve superare i 61.000 euro.

gomme bici elettrica

Scegliere le gomme per la bici elettrica non è cosa da poco. Spesso i ciclisti, specie quelli meno esperti, tendono a prendere la decisione sui copertoni per il proprio mezzo elettrico in maniera impulsiva o senza riconoscere la giusta importanza a un fattore che, viceversa, riveste un’importanza molto significativa nel determinare la qualità della pedalata e la stabilità del mezzo. Come si sceglie in modo adeguato il set di pneumatici per bici elettrica più adatti alle proprie esigenze?

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Partiamo dalla dimensione: diametro ruota e larghezza copertone

Partiamo subito col dire che non tutte le ruote sono adatte a qualunque tipologia di bici elettrica. Il pedelec, come sappiamo, è a tutti gli effetti un mezzo equiparabile alla tradizionale bici e anche i discorsi relativi alla scelta del pneumatico sono identici che si parli di bicicletta normale o di velocipede elettrico: il primo aspetto a cui badare è quello relativo alle dimensioni. In particolare, occorre fare attenzione al diametro della bici, che si esprime in pollici. L’altra misura che ci interessa è quella relativa alla larghezza del copertone: in questo caso, non siamo tenuti a rispettare una specifica misura, ma è sufficiente che non superi la distanza tra le forcelle. In caso di dubbi, però, vi consigliamo di rispettare le misure del vecchio copertone. Anche la camera d’aria deve presentare dimensioni corrispondenti a quelle delle ruota e adattabili a quelle del copertone.

Disegni sul battistrada

Un altro aspetto fondamentale nella scelta del copertone per la bici elettrica è quello dei disegni presenti sul battistrada. Ovviamente, la selezione del disegno dipende dalla tipologia di veicolo. Ad esempio, per le mountain bike, solitamente si predilige un battistrada tassellato che permette di migliorare l’aderenza al manto stradale. Le dimensioni più comuni vanno dai 26 ai 29 pollici. In questo caso, la larghezza del copertone varia a seconda che si guidi una cross country (dimensioni più usate 1,8’’ – 2,2’’), una trail bike (2,25’’ – 2,4’’) o una fat bike (che ovviamente usa copertoni molto spessi, tra i 3,7 e i 5’’). Le bici da corsa utilizzano di solito gomme slick, ovvero senza disegno, per favorire la velocità. Solitamente, gli esperti utilizzano gomme da 25 – 28 mm per l’allenamento e di spessore inferiore per le competizioni (maggiore è la superficie della ruota e maggiore sarà il grip, dunque si abbassa la velocità).

Mescola delle gomme: più o meno morbide

La mescola è un altro parametro di assoluta rilevanza. Principalmente le gomme si dividono in mescola morbida o dura, ma può essere realizzata una miscela di più tipi. Le morbide garantiscono migliore aderenza, ma anche un’usura molto più rapida; le dure sono più longeve, ma, viceversa, meno adattive alle diverse tipologie di superficie.

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Tubeless: sì o no

Gli pneumatici tubeless sono caratterizzati dall’assenza di camera d’aria. Non possiamo affermare che siano né migliori né peggiori delle versioni con camera d’aria perché in entrambi i casi occorre fare i conti con pregi e difetti. Le tubeless sono in grado di funzionare ottimamente a pressioni basse, ottenendo maggiore attrito e stabilità grazie all’assenza del rischio schiacciamento. Inoltre esse resistono meglio al rotolamento per via della mancanza dei tubi interni della camera d’aria. Di contro, si tratta di pneumatici che rispondono più duramente alle sollecitazioni delle curve e hanno un peso maggiore, che aumenta la fatica nella pedalata.

Bonus Mobilità 2020 cosa sapere

Abbiamo già parlato in questo articolo del Bonus Mobilità 2020, l’incentivo varato dal Governo che dà diritto a una detrazione fino al 60% del costo totale e per un massimo di 500 euro per l’acquisto di bici elettriche e altri mezzi di trasporto elettrici. Come vi abbiamo già raccontato, l’agevolazione è riservata a cittadini maggiorenni residenti (non domiciliati) in città capoluoghi di provincia o di regione, in comuni di almeno 50.000 abitanti e in città metropolitane. Abbiamo anche spiegato che l’erogazione del Bonus Bici è suddiviso in due fasi: durante la prima, è previsto un rimborso riconosciuto al beneficiario; nella seconda fase, in concomitanza con il lancio dell’app per la gestione digitale, la riduzione sarà applicata direttamente al momento dell’acquisto da parte del negoziante. Come sta procedendo la gestione dei bonus? A dire il vero, alcune difficoltà ci sono.

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Quando arriva l’app?

La prima domanda che la popolazione e i media si pongono da tempo – e che non ha trovato ancora risposta – è sicuramente: quando sarà lanciata l’app per lo svolgimento della procedura in digitale? Ad oggi, non abbiamo ancora una data ufficiale, anche se il Ministero dei Trasporti assicura che sono in corso i lavori che dovrebbero permettere all’applicativo di essere a disposizione del pubblico non oltre il 15 luglio prossimo.

L’identità digitale

I tempi dilatati per la messa online dell’app, però, non sono l’unico elemento di perplessità che riguarda la gestione del Bonus Bici. Per utilizzare il bonus, infatti, i cittadini dovranno munirsi dello SPID, ovvero l’identità digitale. Lo SPID è certamente uno strumento utile, ma la procedura di attivazione può risultare farraginosa, soprattutto per i meno esperti in materia digitale, e la sua necessarietà per accedere agli incentivi per le bici elettriche potrebbe convincere i consumatori a desistere, rinunciando al bonus e all’acquisto del mezzo elettrico.

I fondi sono sufficienti

Un altro interrogativo che impazza a mezzo stampa riguarda la quantità di fondi messi a disposizione. Da più parti, infatti, è stato sollevato il dubbio che i fondi potrebbero non bastare per coprire tutte le richieste. Sotto questo punto di vista, il Governo ha fornito le proprie rassicurazioni e, ad oggi, si parla anche della possibilità di stanziare 70 milioni di euro extra per accontentare tutti i richiedenti.

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Scongiurato il rischio ‘click day’

Un altro rumor riguardante il Bonus Mobilità era quello secondo cui sarebbe stato possibile l’istituzione di un click day, ovvero una giornata dedicata alla presentazione delle domande. Tale ipotesi, secondo molti resa credibile dal fatto che le coperture economiche potessero non bastare, è stata però esclusa dalle fonti governative interrogate sulla questione. Resta comunque il fatto che il numero di domande che vanno accumulandosi è in aumento e non è affatto da escludere che, durante i primi giorni online, l’app possa non reggere il carico di traffico previsto e, così come con il sito dell’INPS all’inaugurazione del modulo per la richiesta del bonus di 600 euro per le imprese, potrebbe andare incontro a significativi problemi tecnici.

bonus mobilità come ottenerlo

Il Bonus Mobilità dà diritto a una detrazione del 60% sul prezzo d’acquisto di monopattini e bici elettrici, ma anche altri mezzi a trazione elettrica, e può essere applicato anche su acquisti di seconda mano. Abbiamo già parlato del Bonus in questo articolo, ma ora sono stati forniti dettagli più specifici che vale la pena riportare.

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Non basta lo scontrino: servirà la fattura

La prima novità riguarda la gestione della transazione: solo gli acquisti certificati da fattura fiscale potranno essere inclusi nell’incentivo. Non sarà dunque sufficiente lo scontrino che ne attesta l’acquisto. È stato però confermato che il bonus non varrà solo per bici elettriche e tradizionali, bensì anche per monopattini elettrici, monopattini, hoverboard, segway e per i servizi di mobilità a uso individuale.

Acquisti tramite un’app

Le modalità di richiesta di rimborso si svolgeranno secondo due modalità:

  • a partire dal 4 maggio (con validità anche retroattiva per chi ha già acquistato il mezzo) e fino al giorno in cui sarà attivata la specifica app, è previsto il rimborso al beneficiario. Il beneficiario dovrà conservare la fattura e allegarla all’istanza che in seguito presenterà tramite l’applicazione.
  • A partire dal giorno in cui sarà attivata l’app, lo sconto sarà invece applicato direttamente dal negoziante sull’acquisto del veicolo. L’acquirente dovrà scaricare l’app, che funzionerà esclusivamente tramite credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale); a quel punto sarà sufficiente accedere al menù dell’app, indicare il mezzo o il servizio che si intende acquistare, quindi scaricare il buono spesa digitale da consegnare al commerciante.

Il buono avrà validità per 30 giorni, poi andrà incontro a scadenza e dovrà essere nuovamente elaborato tramite app.

Bonus Mobilità: chi può richiederlo

Il Bonus è rivolto a tutti i maggiorenni residenti in capoluoghi di provincia o di regione, mentre decade il limite dei 50.000 abitanti previsto dalla prima bozza del decreto, limite che si applica invece a chi risiede nei comuni. L’incentivo è stato poi esteso anche a chi risiede in una delle 14 aree metropolitane, anche se non residenti nella provincia. Va poi sottolineato che il domicilio non ha valore per l’accesso al bonus, fa dunque fede esclusivamente la residenza.

Bonus Mobilità e rottamazione

A differenza della prima scrittura, il Bonus Mobilità potrà essere utilizzato a partire dal 4 maggio 2020 e fino al 31 dicembre 2020 da chiunque rispetti i criteri riportati nel precedente paragrafo, senza la necessità di rottamare un vecchio veicolo. Dal 1° gennaio 2021 e fino al 31 dicembre 2024, il buono potrà essere utilizzato solo previa rottamazione di un veicolo nel corso dell’anno 2021.

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Bonus Mobilità: cos’altro sapere

Il bonus è valido anche con presentazione di fattura in lingua inglese, purché riporti tutte le voci di una fattura italiana. L’incentivo non è invece utilizzabile per l’acquisto di accessori quali caschi, lucchetti ecc. Chi utilizza il bonus nel 2020 senza rottamazione, potrà avvalersene nuovamente nel 2021 a fronte della rottamazione di un veicolo.

Si attende ora l’emanazione di un nuovo decreto interministeriale attuativo che disciplini le modalità e le tempistiche di erogazione dell’incentivo del Programma Buono Mobilità.

posso andare in bici

La Fase 2 della quarantena sta per entrare ufficialmente nel vivo. Il discorso di Giuseppe Conte di domenica 26 aprile 2020 ha fatto da preludio all’emanazione del DPCM con il quale viene posta la sospensione del lock down su tutta la Penisola italiana (sebbene le amministrazioni regionali mantengano facoltà di adottare misure più restrittive). In conseguenza di quanto stabilito, a partire dal 4 maggio 2020 viene consentito lo svolgimento di diverse attività che, fino ad ora, ci sono state precluse. Di particolare interesse sono le misure che riguardano le attività sportive e motorie, in relazione alle quali il Governo ha predisposto un significativo allentamento delle restrizioni. Gli appassionati di ciclismo, dunque, ora non possono che porsi una domanda semplice: “Sarà possibile utilizzare la bicicletta?. La risposta è: .

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DPCM: cosa dice

In relazione alle attività sportive e motorie, il DPCM del 26 aprile 2020, al punto f) dell’articolo 1, chiarisce esplicitamente che “[…] non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; è consentito svolgere individualmente, ovvero con accompagnatore per i minori o le persone non completamente autosufficienti, attività sportiva o attività motoria, purché comunque nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività […]”.

Al punto successivo, il Decreto chiarisce anche che “sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati.

Bici: attività ludica o motoria

A questo punto, l’altra domanda da porsi è: cosa è da considerare attività ludica o ricreativa e cosa, invece, attività motoria? La risposta a questa domanda ci viene fornita direttamente dal Ministero della Salute, il quale chiarisce che rientra nel secondo caso: “qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo””. L’attività sportiva, invece: “comprende situazioni competitive strutturate e sottoposte a regole ben precise”.

Ok alle biciclettate

Ciò significa che, a partire dal 4 maggio 2020 – salvo diverse indicazioni da parte dell’amministrazione regionale di riferimento – sarà possibile svolgere attività ciclistiche, senza limitazioni specifiche relative alle distanze dal proprio domicilio. Il Decreto specifica altresì che sarà possibile utilizzare la propria bici in modo individuale e assicurando un distanziamento personale di almeno un metro.

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E la bici elettrica?

Il DPCM non ha parlato esplicitamente dell’utilizzo della bici elettrica. Va però considerato che, secondo il Codice della Strada, i pedelec – ovvero le biciclette a pedalata assistita che presentano un limite di velocità pari a 25 km/h e di potenza erogata fino a 250 watt – sono da considerare a tutti gli effetti equiparabili alle normali biciclette. Dunque: sì, a partire dal prossimo 4 maggio sarà possibile passeggiare con la propria bici elettrica!