Bici elettrica: Sensori di cadenza o sensori di sforzo

La potenza erogata dal motore della bicicletta elettrica è gestita tramite specifici sensori di velocità. L’intensità della pedalata gestita tramite tali tecnologie, unita al livello di assistenza selezionato, regola il funzionamento del motore, rappresentando un supporto fondamentale nel corso della pedalata a bordo di un pedelc. Esistono due tipologie di sensori di velocità: i sensori di cadenza e i sensori di sforzo. Quali sono le virtù e le criticità dell’uno e dell’altro dispositivo? Andiamo a scoprirle!

I sensori di cadenza

Il sistema a sensori di cadenza di pedalata permette al motore di attivarsi, erogando potenza, una volta attivata la pedalata. Da fermi, occorre iniziare il movimento sul pedale con la forza delle sole proprie gambe; una volta iniziato a pedalare, i sensori trasmettono al motore l’impulso del movimento e questo inizia ad erogare potenza. La quantità di watt profusa dal motore dipende dal settaggio scelto dal ciclista: esistono diversi livelli di assistenza alla pedalata, di solito tra i 3 e i 7, a seconda dei quali il motore sprigiona più o meno energia. Un livello di assistenza pari a 3, ad esempio, comporterà l’erogazione di una maggior quantità di energia rispetto al livello di assistenza 5 o 6.

Il principale vantaggio di tale tecnologia sta nella maggior tutela del motore, in quanto quest’ultimo subisce minore stress e viene sollecitato in maniera misurata. I sensori a cadenza di pedalata, inoltre, sono indicati per gli amanti dell’attività fisica che utilizzano l’energia elettrica come sostegno alla pedalata solo in taluni momenti.

LEGGI ANCHE: La postura corretta da mantenere in bicicletta

I sensori di sforzo

A differenza di quello che accade coi sensori di cadenza, per i quali è necessario compiere almeno una mezza rotazione per avviare il motore, con i sensori di sforzo è sufficiente esercitare una leggera pressione sul pedale perché il motore venga avviato, anche partendo da fermi.

La tecnologia, in tal modo, facilita enormemente le ripartenze da fermi, come ad esempio nei circuiti cittadini, in cui le soste costrette agli incroci e ai semafori sono frequenti; si tratta inoltre di un valido sostegno sui terreni in pendenza e irregolari. La controindicazione sta in una maggiore sollecitazione del motore che, in tal modo, è costretto a un ciclo di vita più breve.

Condividi:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Altri post

Potrebbero interessarti