legge sulla mobilità ciclistica

In vigore la legge sulla mobilità ciclistica

Adesso è ufficiale: la legge sulla mobilità ciclistica, già approvata il 22 dicembre 2017 da parte della Commissione Trasporti del Senato, è in vigore, pubblicata in Gazzetta Ufficiale come Legge 2/2018. Il provvedimento, fortemente voluto dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), rende obbligatori i finanziamenti a regioni e comuni in favore della viabilità ciclistica e del miglioramento delle infrastrutture. 14,8 milioni di euro saranno destinati alle regioni per la realizzazione di nuove piste ciclabili o per l’efficientamento di quelle già esistenti.

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Legge sulla mobilità ciclistica: 500 mln in 6 anni

Con la nuova legge, viene varato un programma di finanziamenti volto a favorire la realizzazione di velostazioni, aree e strutture adibite al parcheggio di bici e biciclette elettriche e posteggi per bici su tram, bus e altri mezzi pubblici. Sono previsti fondi a favore di comuni e regioni pari a 500 milioni di euro, a partire da quelli già elargiti dal 2016. Il provvedimento mira a “promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sia per le esigenze quotidiane sia per le attività turistiche e ricreative, al fine di migliorare l’efficienza, la sicurezza e la sostenibilità della mobilità urbana, tutelare il patrimonio naturale e ambientale, ridurre gli effetti negativi della mobilità in relazione alla salute e al consumo di suolo, valorizzare il territorio e i beni culturali, accrescere e sviluppare l’attività turistica”.

Primo passo per una rivoluzione green?

La Legge 2/2018 può rivelarsi un vero e proprio spartiacque storico nel settore della mobilità verde, non solo per i risvolti di natura funzionale che permetterà, ma anche perché si pone come nuova bussola del comparto trasporti e come momento di riconferma dell’importanza delle alternative sostenibili di viabilità. La bicicletta è una soluzione sana, salutare, ecologica, efficiente, un valore aggiunto per il turismo e per la preservazione delle bellezze urbane.

I fondi, oltre che per la concretizzazione di nuove infrastrutture per la mobilità gestite a livello locale, saranno inoltre utilizzati per la mappatura o la realizzazione delle ciclovie su tutto il territorio italiano, che saranno poi organizzate nel sistema di rete ciclabile nazionale ‘Bicitalia’, che nel suo progetto attuale dovrebbe constare in non meno di 20 mila km di piste ciclabili in tutta Italia, in coerenza con il piano ‘Eurovelo’, fortemente sospinto dalla Comunità Europa.

Tra le piste già individuate: la VenTo, tra Venezia e Torino passando per il Po; la Ciclopista del Sole tra Firenze e Verona; il Grab, il raccordo anulare ciclistico di Roma; la ciclabile del Lago Garda e la Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia per ciò che concerne il Nord; la ciclovia Adriatica lungo tutta la costa da Venezia fino al Gargano e la Tirrenica, da Ventimiglia a Fiumicino; per ciò che interessa il Centro-Sud e le Isole le piste individuate sono la ciclovia della Magna Grecia da Potenza a Pachino; la ciclovia dell’Acquedotto Pugliese e l’anello della Sardegna.

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Soddisfazione da parte di Silvia Velo, Sottosegretario di stato al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare: “Il ricorso massiccio all’auto privata per gli spostamenti è fallimentare e soprattutto non più sostenibile. E grazie anche a questa nuova norma abbiamo cercato di procedere sulla strada della mobilità sostenibile con i fatti e non con semplici dichiarazioni d’intenti“.

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